Novara, 11 marzo 2016 – «In questi anni abbiamo sempre sostenuto che lo strumento più efficace per il contrasto alle situazioni di difficoltà fosse la rete tra il servizio pubblico, i cittadini e il privato sociale. Un nuovo modello di welfare “di comunitá” che ci ha consentito di rispondere ai bisogni e alle esigenze inedite emerse in questi anni di crisi. Questo progetto é uno degli esempi più riusciti del modello innovativo sperimentato in questi anni».
Così il sindaco Andrea Ballaré commenta la conclusione della fase sperimentale del progetto “Una famiglia per una famiglia” che oggi é stata sottolineata in un incontro pubblico svoltosi nel pomeriggio alla Fondazione Faraggiana.
Il progetto é stato promosso dal Comune di Novara, con l’Assessorato alle Politiche Sociali e per la Famiglia insieme alla Fondazione della Comunità del Novarese e alla Fondazione De Agostini, grazie al supporto metodologico della Fondazione Paideia, alla collaborazione della Cooperativa Sociale Elios, del Centro Servizi Territoriali della Provincia di Novara e del VCO, insieme a un’ampia e articolata rete di realtà operanti nella nostra città.
Un bilancio positivo, quello che oggi é stato tracciato e che consente di immaginare prospettive future di grande interesse.
«Gli affiancamenti familiari attivati – spiega il direttore della Fondazione Paideia, Fabrizio Serra – hanno dato riscontri positivi e oggi la sperimentazione può trasformarsi in politica ordinaria, obiettivo finale del nostro intervento. Attualmente sono in corso altre esperienze di affiancamento nel territorio cuneese e torinese e auspichiamo che questo possa essere un ulteriore passo verso un riconoscimento del modello a livello regionale».
“Una famiglia per una famiglia” – come ha sottolineato Augusto Ferrari, oggi assessore al welfare della Regione Piemonte, ma al tempo dell’avvio del progetto assessore alle politiche sociali del Comune di Novara «rappresenta un’importante forma di sostegno per tutte quelle famiglie che vivono un periodo di difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli, attraverso la sperimentazione di un approccio innovativo, che sposta la centralità dell’intervento dal bambino all’intero nucleo familiare, visto come risorsa in sé: una famiglia solidale sostiene e aiuta un’altra famiglia in difficoltà, coinvolgendo tutti i componenti di entrambi i nuclei. Questo progetto è una delle buone prassi sulle quali declinare la programmazione delle poltiche familiari nella nostra Regione».
Anche Elia Impaloni, attuale assessore alle politiche sociali del Comune di Novara, ha sottolineato il valore del progetto: «un valore – ha detto- di profondità. Un percorso che si è caratterizzato soprattutto per la qualità ricostruendo un tessuto sociale intorno al sistema famigliare in un tempo in cui l’individualismo rischia di prevalere sulle relazioni. Interessante é stata soprattutto l’opportunità di valutare concretamente la possibilità di attuare forme di sussidiarietà interattive e non assistenzialistiche».
«Siamo particolarmente orgogliosi di aver sostenuto questo progetto – afferma Chiara Boroli, Segretario Generale della Fondazione De Agostini – perché i risultati raggiunti hanno dimostrato che la solidarietà, realizzata concretamente sul territorio, aiuta non solo i più bisognosi, ma nello stesso tempo fa crescere e maturare l’intera collettività. Questa iniziativa, sviluppata e attuata in un periodo storico ed economico di crisi permanente, ha restituito nuova fiducia a famiglie in situazione di temporanea difficoltà, rafforzando il valore della dignità della persona che è al centro di ogni progresso sociale».
«Con grande piacere – commenta Davide Maggi, Vice Presidente della Fondazione della Comunità del Novarese Onlus – abbiamo collaborato con Fondazione De Agostini e Fondazione Paideia, oltre che, ovviamente, con il Comune di Novara a questo progetto. Fare rete è una modalità nuova e più efficiente di welfare. “Una famiglia per una famiglia” è un progetto pensato per sostenere quei nuclei familiari che vivono un periodo di difficoltà nella gestione della quotidianità e nella relazione educativa con i figli. L’idea alla base del progetto è molto semplice: una famiglia con difficoltà è affiancata da un’altra e, reciprocamente, i due nuclei si donano le proprie risorse, il proprio tempo, le proprie peculiarità. Si crea una forma di relazione basata sullo scambio, sulla reciprocità; un po’ come accade con il Dono; concetto su cui (in senso lato) si basa tutta la nostra filosofia di operare».
I lavori sono stati conclusi da Elisabetta Carrá, sociologa dell’Universitá Cattolica di Milano. Gli eventi conclusivi del progetto si completano domenica pomeriggio al Convitto Carlo Alberto con “Famiglie in festa”, un incontro per genitori e bambini nel corso del quale sarà realizzato un laboratorio musicale ideato dalla Scuola di Musica Dedalo.
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