Comunità mamma-bambino «La Tillanzia»
Accoglienza, formazione, reinserimento sociale per mamme e bambini in difficoltà
La Fondazione Casa della Carità è nata nel 2002 dall’intento del cardinale Carlo Maria Martini di dare vita a un luogo di ospitalità gratuita per gli ultimi degli ultimi, finalizzata al recupero dell’autonomia individuale, ma che fosse al contempo un laboratorio di riflessione ed elaborazione culturale sui temi della marginalità sociale.
Proprio come volle Martini all’atto della fondazione della Casa della carità, tutti i servizi offerti agli ospiti sono gratuiti e finanziati attraverso convenzioni pubbliche per il 50% del budget annuale, e per il resto sono coperti da donazioni e contributi privati. Questa scelta consente di accogliere chi, per diverse ragioni, non verrebbe accolto da nessun’altra struttura.
Nei suoi quindici anni di vita, la Casa della Carità è diventata un vero e proprio punto di riferimento nel territorio italiano per l’accoglienza e l’avviamento verso l’autonomia dei cosiddetti «ultimi degli ultimi». È un punto di riferimento sia per le istituzioni locali, che si appoggiano alla Fondazione considerandola sussidiaria, suppletiva rispetto ai servizi pubblici, sia per altre realtà nazionali del sociale che guardano a questa esperienza come a un modello.
Nel 2017 la Casa della Carità ha aperto La Tillanzia – dal nome di una pianta del Centro America capace di sopravvivere a forti siccità e nonostante ciò fiorire, e perciò modello di speranza – una nuova struttura per l’accoglienza di donne e bambini in difficoltà.
La Tillanzia ha sede nel quartiere milanese di Cimiano, dentro uno stabile ristrutturato dalla Congregazione delle Suore del Preziosissimo Sangue di Gesù, concesso alla Casa della Carità in comodato d’uso gratuito.
La comunità ha 40 posti letto – 6 offerti in totale gratuità, i rimanenti in convenzione con il Comune di Milano – suddivisi in 19 camere, oltre a spazi comuni multifunzionali destinati alla vita diurna e ai giochi dei bambini. Accoglie donne, con uno o più figli minori, in condizione di precarietà socio-economica, rimaste senza casa o provenienti da altre comunità o centri di accoglienza. Sono mamme in difficoltà, sia italiane sia straniere, spesso molto giovani e con neonati da accudire in solitudine, o con alle spalle storie segnate da violenza, fuga da guerre e povertà, tossicodipendenza o esperienze di post-detenzione.
L’accoglienza a Tillanzia non è solo ospitalità; l’obiettivo è offrire un contesto abitativo in cui donne e bambini abbiano la possibilità di sperimentare le proprie risorse personali e le proprie capacità usufruendo di un affiancamento educativo orientato al reinserimento sociale e all’acquisizione di una migliore autonomia.
All’interno della comunità operano figure professionali della Casa della Carità che accompagnano le mamme nei percorsi di autonomia; sono a disposizione anche consulenze di tipo legale, medico e psichiatrico. Si tratta di un’equipe di 5 persone – un coordinatore, due educatori, un assistente sociale e una psicologa – la cui attività non si limita al periodo di accoglienza nella comunità; il progetto educativo prosegue con visite e momenti di incontro anche quando l’ospite inizia a vivere presso strutture differenti.
La presenza di volontari rende possibili diverse attività, come l’insegnamento della lingua italiana, i giochi con i bambini, il doposcuola e l’animazione diurna del luogo.
È stato anche attrezzato un laboratorio di sartoria, diretto da una sarta volontaria, aperto alle mamme della comunità.
La collocazione della comunità all’interno di un contesto educativo (le scuole), arricchisce entrambe le realtà e il quartiere. In collaborazione con il Liceo delle Scienze Umane delle Suore del Preziosissimo Sangue di Gesù è nato un percorso formativo rivolto ai genitori dei figli adolescenti e la stipula di un accordo per svolgere alternanza scuola-lavoro presso la Comunità.
La Fondazione De Agostini vede in questo giovane progetto l’opportunità di contribuire alla promozione di una cultura della vita, della dignità, della legalità e del valore del lavoro accessibili a tutti, indipendentemente dalle tempeste che attraversano la vita di molte persone. Desidera dunque sostenere questo progetto della Casa della Carità per il prossimo triennio la quota di gratuità non coperta da convenzioni.